- Principi della terapia di Virginia Satir
I principi della terapia secondo Virginia Satir (trascrizione di un video)
Se arrivi con l’idea che o ti amano o ti odiano, sarai sconfitto fin dall’inizio, e non avverrà nessun cambiamento.
La tua presenza, non importa quanto tu sia meraviglioso o orribile, farà la differenza, e ciò avviene semplicemente per il concetto della fisica in cui ogni volta che muovi un corpo nello spazio ci sarà un cambiamento: è tutto qui. Se comprendiamo questo, terapia è semplicemente aprire alla persona la possibilità di stare al passo con se stessa.
E questo non avviene perché ci complimentiamo o giudichiamo qualcuno. Al contrario, ciò che possono comprendere i protagonisti sia della relazione genitore-bambino, che di quella terapeuta-paziente, è che qualunque cosa dici parla di te, ed ha molto poco a che fare con me. Io so che è necessario stabilire nuove connessioni, devono venire in primo piano nuove possibilità per poter fare nuove scelte: la mia attività è per creare questo.
Allora, io non credo più che sia così importante spendere anni con le persone: perché ho compreso che il mio lavoro non è fare scelte al posto loro, ma è fare luce, affinché le persone abbiano nuove possibilità di movimento e nuove scelte.
La persona deve sperimentare un tipo di contatto che sia una nuova esperienza per se stesso. Questo è quello che cerco di raggiungere. Io cerco di liberare la parte curativa che ciascuno ha dentro di sé, cosicché le persone possono uscire dai loro blocchi.
Ogni volta che qualcuno ha esperienze orribili, specialmente i bambini, le cui percezioni stanno prendendo forma, tali esperienze diventano modi di andare avanti per tutta la vita. Quando in un momento qualunque della vita, le cose si configurano in quel certo modo, tutte le vecchie memorie e modi di essere si concentrano in un unico momento nel tempo. E’ allora che viene l’esplosione di ciò che c’è .
Non è una questione di dare qualcosa all’altro, e poi magari dopo averlo indietro…io non dò supporto. Tutto ciò che faccio è dare alle persone la possibilità di aprire qualunque cosa ci sia dentro da aprire.
Io ho questa idea: che qualunque incontro facciamo, anche se di dieci secondi, può essere un incontro curativo.
Quando avviene un piccolo cambiamento, tutto cambia. E un cambiamento avviene ogni volta che riusciamo a connetterci con l’altro a livelli del sé che sono armonici, e possono fare la differenza. Credo che ogni counselor o terapeuta efficace conosca questo.
Questo è ciò che socialmente chiamiamo “nocciolo della relazione”: se non abbiamo questo, non ci sarà alcun cambiamento, poiché non c’è posto per il cambiamento.